Il vino e la vite hanno segnato la cultura e la storia dei paesi collinari, un legame che nasce lontano nei tempi, riconosciuto dalla qualità del vino prodotto, frutto della vocazionalità del territorio e della laboriosa professionalità di questa gente. Se curiosi sono i vini prodotti sulla collina di San Colombano, proprio per la particolarità della zona di produzione, non è da meno l’origine del nome del paese collinare più grande e della viticoltura stessa.
Entrambi pare siano dovuti al frate irlandese Colombano, successivamente elevato al rango di Santo dalla Chiesa per la meritoria opera di evangelizzazione compiuta. Non si sa se tra le due cose – vale a dire, in che modo, la viticoltura abbia aiutato l’evangelizzazione o viceversa – ma è bello pensare che una Doc abbia una così nobile origine.
E’ comunque verosimile che la coltivazione della vite si sia diffusa in questi luoghi e proprio in quell’epoca grazie all’opera dei monaci seguaci del frate irlandese, legati alla coltivazione della vite da esigenze di culto e guidati dalla conoscenza delle opere di agronomia dei classici, che gli amanuensi dell’ordine ricopiavano su pergamene.
E’ interessante ricostruire, attraverso alcuni riferimenti storici, come la coltivazione della vite e la produzione del vino di qualità sia sempre stata una prerogativa del Colle e degli abitanti dei paesi collinari.
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